Ecco una mia personalissima classifica Anatomica – chi scrive è Adelia – su questo Festival di Sanremo 2023 al quale sono arrivata, lo ammetto, abbastanza impreparata. A due serate dalla finalissima e dopo aver guardato (e recuperato) esibizioni e canzoni qualche idea sparsa sul questa kermesse che mi piace sempre assai.
Cuore
Quello dei Coma_Cose che annunciato di sposarsi durante il Festival di Sanremo: pazzi. Devo essere sincera, non avevo molte aspettative su di loro, pensavo tornassero con qualcosa di già visto e sentito, ma quando hanno iniziato a cantare l’Addio mi sono emozionata. Una canzone che è sicuramente nelle loro corde e molto potente, molto vera. W l’amore. W i Coma_Cose. Aspettiamo l’invito al matrimonio.
Stomaco
Quello che ti fa contorcere Giorgia, in positivo. Un testo che tocca il cuore ma che arriva dritto alle emozioni più profonde. Le parole sono un piccolo film fotografico pieno di nostalgia, ricordi, amore, tenerezza, sogno. Non è la canzone che ci aspettavamo da Giorgia, ma dopo due ascolto ti entra dentro, ritornello compreso. Chapeau!
Testa
Quella di Levante (e non per i capelli color pesca). La scelta più oggettiva, quella a cui non puoi dire di no e che comunque non esclude altri organi vitali. Quando sale sul palco è energia, grinta, voce: impossibile dirle di no e il pezzo spacca (anche se stiamo ancora cercando di capire il significato profondo delle parole). E poi, datemi quella tutina e quelle scarpe (probabilmente non ci saprei camminare ma sono bellissime).
Orecchie
Quelle che si attivano quando arriva Marco Mengoni. Non è il mio genere, ma canta e lo fa bene. Il pezzo è paraculo a mille ma c’è, seppur con quel sapore di “già sentito”. Un artista che per me si ferma all’orecchio senza scalfire il cuore ma è bravo.
Occhi
Quelli di J-Ax e Dj-Jad che si commuovono. Sono tornati con una canzone che li rappresenta, un pezzo da Articolo31, dove la grinta dei tempi d’oro è stata smussata degli anni che passano. Ero molto prevenuta, ma devo ammettere che ritrovarli sul palco non mi è dispiaciuto per niente. Bentornati.
Labbra
Che sorridono per Colapesce e Dimartino, i capitani dell’ironia (e del mio Fantasanremo). Che altro aggiungere? Vi amo, portatemi al festival con voi, mi spalmerò sul palcoscenico vestita di bianco come un panino al philadelphia.
Braccia
Quelle che abbracciano Ariete. Il pezzo è tenerissimo, super orecchiabile, le parole semplici ma belle. Sul palcoscenico è sembra una “piccola cucciola di foca”, come ho letto in qualche commento social, ma è giovane e se la caverà. Per me è sì e scommetto che la canzone la ascoltiamo da qui alla primavera.
Mani
Quelle tatuate di Lazza, artista che da buona boomer non conoscevo. Bello il pezzo, bella l’interpretazione. Non lo metterò a manetta in cameretta ma per me è un sì.
Gambe
Quelle di Paola e Chiara che scommetto sono piene di brillantini anche sotto il vestito a tubino e le calze contenitive. Come non apprezzare il coraggio di tornare al Festival di Sanremo circondate da ballerini in pieno stile anni Novanta. Grazie Paola e Chiara per questo momento trash e revival, impareremo il balletto a memoria.
Piedi
Quelli dei Colla Zio che sono cinque e quando arrivano fanno casino, ma un po’ a caso e cercando di imitare le boyband degli anni Novanta ma senza essere i Backstreet Boys. Anche no.
Rieccomi! Non conosco bene Levante, quindi la mia domanda non ha nessuna sfumatura polemica: in cosa la trovi stucchevole?
"Mi piace""Mi piace"
“rischia di essere stucchevole” ma non lo è, perché è spesso “esagerata” nel look, spesso sul filo del “troppo”.
"Mi piace""Mi piace"