Sposerei anche Lorenzo Jovanotti

Mio nonno Carmelo diceva sempre a mia mamma a mia insaputa “Vedrai che Anna rimarrà “schietta” – espressione siciliana per indicare una donna che rimarrà “zitella” – se va avanti così”. Con l’espressione “se va avanti così” probabilmente e quasi certamente si riferiva a tutte quelle volte in cui non perdevo e non perdo ancora oggi occasione per evadere dalla vita di provincia, che sia per un viaggio, una mostra, un concerto. Secondo me anche lui avrebbe voluto condurre uno stile di vita più spensierato, spirito libero com’era, uomo del segno dei gemelli con il sorriso stampato sempre sulle labbra, dotato di grande forza d’animo che lo rimetteva in piedi ad ogni sciagura della vita. Perché mio nonno era come un gatto: ha avuto 7 vite sin da quando cadde in bicicletta da ragazzo e lo trovarono agonizzante in un dirupo grazie alla sua coppola, accessorio da cui non si è più separato e che indossava anche durante le estati lombarde che tanto detestava: il caldo della Sicilia, si sa, è tutta un’altra cosa. E lo diceva tra una bestemmia e l’altra.

Prima di andare al Jova Beach Party di Lignano Sabbiadoro ero convinta che Jovanotti fosse un uomo dei Gemelli, un sole luminoso, un entusiasta della vita come mio nonno. E invece scopro essere del segno della Bilancia, un bellissimo segno d’aria con le manie di perfezionismo, esteti e amanti della bellezza anche quella imperfetta.

Il Jova Beach Party è una gran bella festa imperfetta all’italiana. Vuole essere un Coachella o un Woodstock 2.0 ma si rivela un enorme villaggio turistico con gli animatori dell’Estathè che organizzano i giochi in spiaggia a squadre (quelli a cui piace al limone a destra, quelli a cui piace alla pesca a sinistra), i teli mare addossati a formare un mosaico bizantino colorato se ripreso dall’alto e le classiche lamentele della sabbia sull’asciugamano: ma come fare a non imbrattare il telo mare se siamo in 50 mila e dobbiamo andare tutti nella stessa direzione? Non c’è scelta e bisogna scendere un po’ a compromessi, chiudere un occhio, liberarsi da ogni fastidio e accettare che a fine serata sarai una cordon bleau impanato di sabbiadoro, abbrustolito e unto di crema solare. E finirai con il rossetto di Camihawke “rosso borghese” -in teoria waterproof- spalmato anche sui gomiti. Un po’ va messo in conto, come il cambio costume sotto lo sguardo indiscreto del bagnino che sovrasta la spiaggia, le code di km per andare in bagno per evitare di trasformare il mare di Lignano Sabbiadoro in una sorta di “golden shower”.

Il sole poi però tramonta, lo spettacolo va in scena sul main stage. Parte Benny Benassi molto impegnato a fare delle IG stories perché probabilmente il colpo d’occhio dall’alto di quel palco doveva essere esagerato.

E poi arriva lui, il “ragazzo fortunato” che ancora rappa come un teenager, vestito come un folletto fricchettone e una camicia con la sua faccia raffigurata, la scritta JO-VA sotto la suola delle sue scarpe da ginnastica con le quali saltella come un grillo impazzito.

Lorenzo, un genio del marketing che brandizza tutto, un guru ad impatto zero che sotto effetto di mate invita tutti a divertirsi, a non pensare, a lasciarci andare, a ballare e a vivere questa esperienza catartica con lui, a godere di ogni goccia di pioggia e di ogni beat prodotto dalla sua consolle, a raccogliere tutta la plastica dopo la festa perché il segno che vuole lasciare è nelle nostre teste e non sull’ambiente.

Non aspettatevi un concerto tradizionale: è un dj set sorprendente ed improvvisato. Tra le sorprese inaspettate anche Samuel dei Subsonica. E’ capace di tutto il Jova: trasforma Bella in un pezzo reggaeton, mette i Nirvana e Danza Kuduro senza passare dal via.

Ballate e lasciatevi guidare dalla sua energia e tornerete a casa un bel po’ più leggeri. E a fanculo le code kilometriche per andare in bagno, che a confronto all’esperienza mistica che vivrete, scompaiono come un granello di sabbia in mezzo al mare.

 

Anna

 

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