Avete presente quanto ascoltate un album ma non riuscite ad inquadrarlo immediatamente? Capite solo che vi piace, vi assomiglia, vi emoziona. Quando ho ascoltato Poesia e civiltà è andata un po’ così. E non per il fatto che Giovanni Truppi non abbia un’identità, tutto il contrario. Anzi, il suo album ha la capacità di unire il gusto dei grandi cantautori degli anni ’70 al racconto di una contemporaneità tagliente. E poi metteteci quella poesia che solo un uomo innamorato, forse ferito, può raccontare. Amore e civiltà, o meglio poesia e civiltà, sono undici tracce che canticchi con leggerezza ma che in fondo raccontano questo mondo, a volte, così contraddittorio.
Perdetevi ascoltando Mia, “Lo sai quando sei grande le cazzate che fai sono uguali, solo che la gente le prende più sul serio e ti devi abituare non c’è più nessuno che ti viene a fermare”, così diretta e vera. Una canzone che vale un album. “…io vorrei solo che tu ti facessi trovare stanotte davanti al portone”. Fotografie semplici che ti fanno un po’ immaginare “quel muso” che si affaccia nello stipite della porta o la carta argentata del presepe di “Quando ridi”.
“Se ti do la mia solitudine, tu mi dai la tua solitudine”, dice in Conoscersi in Una situazione di Difficoltà, “E mentre ci innamoriamo, tieniti forte, tieniti bene, mentre mi vieni vicino, sull’orlo di questo burrone”. E poi ci sono brani come Le Elezioni Politiche Del 2018 dove dice “ci sembrava l’inizio dei un film sul futuro. Eravamo da soli ed avevamo paura”, dove racconta di una generazione “senza visi ne contropartite”. Una riflessione socio politica del mondo di oggi e di ieri. E poi c’è L’unica Oltre all’Amore, profonda come lo sono tutte le tracce di questo suo quarto album (uscito per una major). Son brani belli, sinceri che filano via lisci che parlano alla mente e al cuore.
E ora non vedo l’ora di andare ad ascoltarlo dal vivo questo cantautore napoletano che si presenta sul palco con la sua canotta grigia. Non proprio alla moda, ma sicuramente vero.
Adelia
(foto dal suo sito)