E’ un po’ di tempo che non scriviamo sul blog più amato dai varesini e più ignorato da Cesare Cremonini. Mentre lui se ne sta in panciolle alle Maldive a sorseggiare cocktail e a suonare l’ukulele all’ombra di una palma, io e Adelia qualche giorno fa presenziavamo alla serata di Rockol al Santeria Social Club (come direbbe Nici “Santeria n. 2”) durante la quale sono stati premiati artisti vari, presenti o assenti.
Ma io ero lì unicamente per un motivo: Motta, che ha regalato al pubblico (un po’ distratto e rumoroso) 4-5 canzoni chitarra e voce che come al solito hanno aperto i miei più intimi rubinetti di lacrime. Devo rassegnarmi: ho 35 anni ed ormai dovrei aver metabolizzato la fine dei 20. Dico “dovrei” perché sono uscita con due occhi gonfi di pianto, come quando da bambina mi lasciarono all’asilo oltre l’orario di chiusura.
Alcune scoperte, tra cui Mahmood, rapper milanese che parteciperà a Sanremo 2019 con un brano scritto niente di meno che da Dario Faini. Tra i presenti anche Nic Cester che vince il premio come miglior artista internazionale dell’anno. Qui tutti i vincitori dei Rockol Awards.
Serata tranquilla, i free drink in corpo iniziavano a far effetto, fino a che si accendono le luci, tutto finisce e ci si incammina verso l’auto per tornare a casa. Ed ecco che, passando davanti ad una porta di vetri, ci imbattiamo in Motta e Carolina Crescentini fumare l’ultima sigaretta della serata. Li salutiamo sbracciandoci in modo composto (diciamo che la compostezza è il nostro forte 😉 ) e facendo dei cuori con le mani. Senza esitare ci aprono la porta e ci accolgono, come se fossimo state invitate a casa loro a cena (e noi al solito con le mani in mano, nemmeno un vassoio di pasticcini).
Si stava materializzando l’occasione giusta per dire quello che penso da mesi (e che ho scritto qui). Con gli occhi rossi gli dico “siete bellissimi, io vi adoro“. Le parole sgorgavano dal cuore, in maniera autentica, come se lo stessi dicendo ad un caro amico che ha appena trovato la donna della sua vita. Mi ascoltano attentamente, interessati. Mi lascio andare e gli dico che da Vivere o morire, il secondo album, avevo intuito che non c’era più speranza e che si sentiva che si era finalmente innamorato (ridono). Come una adolescente spiego che quello che apprezzo delle sue canzoni è l’onestà con cui parla di sé e che se metterà se stesso anche nel pezzo sanremese, tutto sarà in discesa e più facile.
E lui, lusingato, promette che la canzone che porterà a Sanremo “ci piacerà un sacco”. E io prometto (a lui, ma soprattutto a Carolina) di fare il famigerato gruppo d’ascolto.
Non aspettiamo altro che inizi il Festivalone nazionale a febbraio per ascoltarti caro Francè!
Anna