Ciao, siamo Anna e Adelia e avremmo voluto sposare un Lùnapop.
Un po’ come Clizia con Simon Le Bon dei Duran Duran nel celebre romanzo e film Sposerò Simon Le Bon della metà degli anni ’80. Anni sfavillanti gli eighties, contraddistinti dall’opulenza, dal benessere, del consumismo sfrenato, dagli yuppies e dai montoni veri, dagli spot pubblicitari dello pseudo-succo all’arancia Billy, della merendina Yo-Yo della Motta e dei Giochi Preziosi, dei cartoni animati dalle sigle indelebili, dalla TV tutt’altro che “cattiva maestra”.
Anni in cui Adelia ed io siamo nate e cresciute e che ci hanno non poco segnate: Adelia ha maturato un odio -del tutto comprensibile ma anche opinabile- nei confronti del piccolo schermo che l’ha portata alla drastica decisione di non avere una TV in casa, nemmeno come arredo da spolverare; io, dal canto mio, acquisto solo cancelleria dalle tinte fluo e vestiti dalle fantasie sgargianti, attratta dai colori perché quel che conta è il packaging del prodotto e non il contenuto; che mi parte la gambetta quando sento le prime note di “Cicale” di Heather Parisi e che non troverò mai un fidanzato finché continuo a tenere Mirko dei Bee Hive e Uan come modelli maschili di riferimento. 🙂
Si diceva che avremmo voluto fidanzarci oppure sposarci con un Lùnapop. E non uno qualsiasi tra i 5 romagnoli che nel 1999 scalarono le classifiche dei brani più ascoltati in Italia con l’album “…Squérez?” e i tormentoni “50 special”, “Qualcosa di grande”, “Un giorno migliore”.
A differenza di Mia figlia vuole sposare uno dei Lunapop (non importa quale) di Roberto Freak Antoni, agli inizi del 2000 noi avevamo le idee chiare: Adelia desiderava con tutte le sue forze il ciuffo rosso di Cesare Cremonini (desiderio che non è calato nemmeno ora che ha superato i 30); io ero nella fase “mi piacciono quelli con i dread” e innamorata -neanche troppo segretamente- di Ballo, il bassista. Talmente tanto infatuata che lo confessai al giornalista inviato dalla Prealpina al Palazzetto dello Sport di Varese in occasione del concerto dei Lùnapop, il quale usò la mia dichiarazione d’amore come chiusura del suo articolo.
Sono passati “alcuni” anni ma la nostra passione per i concerti e i festival non è diminuita, anzi. A dirla proprio tutta si è trasformata in un lavoro. Adelia è giornalista, ha intervistato tanti artisti e ha fatto l’addetta stampa per qualche band e festival; io mi occupo di comunicazione e promozione di eventi e mi è capitato di organizzare un festival, qualche concerto e un concorso per band emergenti.
Un giorno, mentre sorseggiavamo dell’acqua frizzante al “banchetto dell’inutilità” (ovvero un gazebo che non promuoveva alcuna iniziativa o associazione) di un festival locale, abbiamo pensato di aprire un blog e raccontare tutto ma proprio tutto quello che ci passa per la testa quando andiamo ad un concerto: interviste più o meno serie, recensioni, consigli e suggerimenti, incontri veri e/o ipotetici, cronache dal backstage, storie vere e inventate, visioni dal palco e sottocassa.
Insomma: dateci un palco, un bel concerto, un prato, un cielo stellato, il tepore dell’estate, delle birrette, Uan e Mirko dei Bee Hive al nostro fianco e noi siamo felici. Ci basta davvero così poco.
Anna.
Nonostante anni di rock e metal a seguire, quel cd dei Lunapop l’ho ascoltato troppe volte anche io. Condivido in pieno l’idea di non avere la tv neanche come arredo da spolverare: me ne sono disfatta nel 2004. Credo passerò a trovarvi ogni tanto, anche io amo i concerti. 🙂
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